Le dimore del vento: un viaggio di Paolo Rumiz – dvd

Nell’estate 2011 il quotidiano La Repubblica mi colse di sorpresa quando pubblicò il primo articolo annunciando il viaggio che il giornalista scrittore Paolo Rumiz aveva condotto tra ruderi e rovine. Ma ciò che più mi sorprese fu la presentazione di una “carta dell’abbandono”.

Non che fosse una novità, Google Earth di coloro che cercano e frequentano da tempo luoghi in abbandono è talmente denso di abbandoni da fondere tra loro i placemark, le puntine virtuali che indicano la presenza di un luogo sul monitor, non rendendo più riconoscibile la mappa virtuale se non impiegando un certo potere risolvente della funzione zoom.

E’ vero, esiste una densità tale di luoghi dimenticati, abbandonati o più semplicemente chiusi nel nostro paese, da meritarci un premio internazionale, o una punizione considerando lo stato in cui versano e il destino a loro assegnato.

Giorno dopo giorno La Repubblica pubblicò per tutto il mese di agosto i racconti di Rumiz, nella serie “Le case degli spiriti”, nella quale con il dono della scrittura ha saputo rappresentare in modo avventuroso e romantico questo viaggio. A breve distanza si è reso disponibile in edicola un dvd dal titolo esteso “Le dimore del vento: un viaggio di Paolo Rumiz nei luoghi abbandonati d’Italia e dintorni”.

Riflettendo sul probabile potenziale target di queste pubblicazioni, molti turisti in vacanza, desiderio di relax e di svago dell’estate, probabilmente il quotidiano ha centrato l’obiettivo. Letti dal punto di vista di chi l’Italia dell’abbandono la frequenta con regolarità negli anni quegli articoli appaiono un po’ troppo romanzati, sognanti, evocatori di un mistero che a volte ha unicamente ragioni letterarie.

E’ un pregio, Rumiz ha la dote di rievocare presenze laddove queste sono scomparse da decenni. Ma ci sono anche esempi di più pura testimonianza, che emerge dall’incontro dei personaggi che questi luoghi li hanno conosciuti e frequentati quando ancora erano pregni di vita, o di sofferenza, come il carcere dell’Asinara, ed in veste più tragica la “Villa Triste” di Trieste.

Il dvd rende maggiore giustizia a quanto pubblicato nel sito web de La Repubblica, il quale era graficamente poco invitante, con spezzoni video brevi e poco curati, con fotografie per nulla all’altezza con il contenuto di questi viaggi. L’edizione in dvd è un documentario che sa cogliere lo spirito e la varietà di contenuto di questa impresa a puntate viaggiando lungo l’Italia.

Il regista, Alessandro Scillitani, aveva già curato un precedente documento dal titolo “Case abbandonate”, in cui rappresentava lo stato e  il destino di questi numerosi luoghi di residenza, di vita quindi, lasciati al loro destino nel nostro paese.

Avrà una continuità questa avventura? La tanto declamata “Carta dell’abbandono” appariva ben più densa di quanto visto nel ciclo estivo, e casomai Rumiz ricerchi ulteriori luoghi di pregio Derelicta.net sarà lieto di consigliarne. 🙂

Perfetta compagna del viaggio è la colonna sonora, anche in questo caso frammenti ripetuti in diverse occasioni.Si completa con, purtroppo, quattro soli “extra”video estratti.

In questo diario in movimento, con lo sfregare delle vele ed il rombo del motore, l’immagine dell’abbandono si tinge con i colori del viaggio, e la narrazione con stile ci fa vivere per alcuni istanti all’interno di queste rovine.

L’abbandono italiano a dire il vero cela ancor oggi luoghi meravigliosi per le condizioni più volte osservate, non so per quale ragioni questi luoghi non compaiano negli episodi di Rumiz, ma poco importa, anche quando semplici ruderi la qualità del documento video ed i racconti ci trasportano nella giusta dimensione, traendo l’anima di quei sassi, o antenne sospese su piccoli borghi di montagna.

Rumiz dimostra anche di non approvare alcune degenerazioni ormai da considerarsi un male italiano inestirpabile. A L’Aquila cita “…quel pensiero unico che porta ai supermercati, e agli outlet..”. Dei medesimi toni l’intervista fatta nella Fondazione Micheletti, in cui si sottolinea la diffusa negazione della cultura del lavoro ed il valore della fabbrica, che lascia oggi il paesaggio disseminato di macerie o di fantasmi del più produttivo secolo passato.

C’è viaggio, letteratura, cultura popolare, denuncia, e poesia.

Nel DVD dal menù si trovano anche “Appunti di viaggio”, brevi sequenze di circa uno, due minuti per ciascun luogo presentato, ma poco aggiungono al contenuto generale.

Resta anche un po’ di amarezza a volte al termine di questi frammenti di viaggio, od è una sensazione personale dovuta alle ripetute presenze nell’abbandono e la percezione di fondo che, malgrado le pur evidenti differenze , mi accomuna a questo esser viandanti in un mare di ruggine e polvere.

Se Rumiz in qualche modo aveva deluso le mie aspettative nella presentazione web, con questo documento video si riprende quanto dovuto, avendomi convinto ad inserire questo DVD nell’elenco di quelli la cui visione lascia al termine un sedimento, o forse già c’era e l’ha solo risvegliato. Una ristampa degli articoli in  formato libretto da allegare al dvd sarebbe stata però una ulteriore e  piacevole sorpresa.

Sito web: LE CASE DEGLI SPIRITI

Indice dei luoghi del dvd: