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A seguito della politica autarchica del fascismo e degli esiti della crisi del 1929 l'industrializzazione del nostro paese si trovò nella necessità di approvvigionarsi di fonti primarie. Tra queste vi era il legname per la produzione di cellulosa. Il legname era molto richiesto, per costruire vascelli, per il riscaldamento qualora vi fosse scarsità di carbone, ma ampia era la richiesta per la produzione di cellulosa, necessaria per la carta e fibre tessili, oltre che soddisfare la produzione degli esplosivi (nitrocellulosa), vernici, materie plastiche. Il legno pregiato era proveniente dal nord Europa, dalle distese di conifere. La scarsità e l'importazione spinsero i tecnici dei laboratori SNIA, a Cesano Maderno, a mettere a punto un procedimento di produzione della cellulosa partendo dalla “canna gentile” (Arundo donax), di cui fu depositato il brevetto nel 1935.

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SNIA Viscosa era una società nata nel 1917 a nome Società di Navigazione Italo Americana (SNIA), poi divenuta negli anni Venti Società di Navigazione Industriale Applicazione Viscosa. L'espansione nel settore delle fibre artificiali portò ad acquisizioni tra cui gli stabilimenti di Pavia (Società Viscosa), di Venaria a Torino (l'Italiana Fabbriche Viscosa), nel 1921 di Cesano Maderno (Italiana Seta Artificiale). Nel 1927 anche degli impianti a Varedo e Magenta (Novaceta), poi ad Altessano ed il Meccanico di Torino.

Nel 1930 si insediò alla Presidenza il Senatore Borletti, che volle al suo fianco un uomo capace, Franco Marinotti, che divenne poi Presidente del marchio nel 1937. La politica economica del fascismo, la sua vicinanza al Duce, furono elementi che permisero di realizzare un progetto di insediamento industriale per garantire una autonomia produttiva della cellulosa, con il metodo studiato nei laboratori SNIA. Tre erano i principi guida della scelta messa a punto da Marinotti con la collaborazione del Duce: un luogo che fosse ad elevata disoccupazione, un'area non già destinata a coltivazione agricola, e la disponibilità di infrastrutture, che agevolassero il trasporto. Si scelse per queste ragioni terreni paludosi da bonificare, nel basso Friuli.

L'opera di fondazione di una nuova città fu intrapresa in tempi rapidi. Tra il 1937 e 1938 trascorsero i 320 giorni che resero celebre l'intervento di bonifica e costruzione della nuova città industriale. Nel gennaio 1938 si costituì la S.A.I.C.I. "Società Anonima Agricola Industriale per la produzione italiana della Cellulosa". A marzo del 1938, comiciavano a definirsi i tratti principali del nuovo sito. Viali, fabbricati, Torre Littoria, edifici residenziali e assitenziali. Il 21 settembre 1938 il Duce fece visita per celebrare il termine dei lavori.

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Mussolini in visita  all'inaugurazione del 1938

Marinotti si avvalse di una sua conoscenza, l'architetto Giuseppe De Min, colui che progettò quasi interamente Torviscosa. L'architetto riprendeva sia stili settecenteschi, in continuità con quanto già presente nel luogo d'origine, che a modelli funzionali, nel villaggio operaio, ricreando una sorta di città giardino suddivisa in base a percorsi, riproponendo anche schemi del paternalismo industriale. Ciò si riflette nella scelta di assegnare case ai dipendenti, diventando di proprietà dopo un periodo provato di fedeltà al lavoro, e secondo principi di conservazione dei valori, fondati sulla famiglia, ed eliminando all'origine potenziali conflitti sociali. Di contro si registrò una politica assistenziale che contrastava con salari più bassi e attività lavorative che avrebbero comportato danni per la salute. Scelte per soddisfare la volontà di mantenere uniti i caratteri industriali, urbani e rurali dell'insediamento, sia negli stili architettonici, soluzioni cromatiche, e richiami delle forme. L'organizzazione della vita morale, prevedibile in età fascista, non fu però accentrata in una struttura diretta emanazione del partito, non vi fu quindi una casa del Fascio. Queste attività furono organizzate nella stretta relazione tra fabbrica e città, con la presenza di un'autorità come Marinotti.

Con il raddoppio del progetto, inaugurato nel 1940, si riuniscono i due paesi di Torre di Zuino e Malisana, con la nascita del comune di Torviscosa il 26 ottobre 1940. Canali navigabili permettevano il trasporto fluviale di materie prime: carbone, calcare, sale, pirite, ecc.

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Darsena dello stabilimento. Scarico del sale

Per garantire le condizioni del terreno soggetto a bonifica, funzionavano tre idrovore. Oltre alle attività industriali descritte, a Torviscosa si svilupparono attività agricole e di allevamento. L'allevamento dei bovini ha permesso una produzione propria per alimentare il Centro Latte, e da qui rifornendo i cosiddetti “Bar Bianchi” della regione, e latterie. Oltre alla produzione casearia, il siero di scarto ha permesso di alimentare l'allevamento dei suini. Erano presenti anche un centro silos, per cereali, mangimi, e il Centro Frutta. Per lavorare il territorio con mezzi efficaci fu creato un centro motocultura. Il periodo bellico fu vissuto in modo problematico dalla popolazione di Torviscosa ma fu garantito il proseguimento delle attività, fino al 1945. A febbraio di quell'anno i bombardamenti resero la fabbrica in più punti un cumulo di macerie.

Al termine del conflitto la determinazione di Marinotti nel voler ricostruire Torviscosa permise negli anni successivi la ripresa delle attività. In periodi successivi fino al termine degli anni Cinquanta si realizzarono l'impianto per la produzione di alcool dalla canna, nuovi impianti per la produzione di soda-cloro e derivati, per la produzione di cellulosa con nuovi bollitori, e per la combustione della pirite. Negli anni Sessanta furono realizzati un mangimificio, un moderno caseificio, e la nuova centrale termoelettrica che, oltre al carbone, bruciava anche il liscivio di scarico. Entrava in esercizio il nuovo impianto per la produzione di caprolattame da toluolo (materia prima per il nailon 6). In quegli anni cessò anche la coltivazione della canna gentile, sviluppando coltivazioni di pioppeti.

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La nuova centrale

Le esigenze energetiche spinsero a realizzare progetti di dighe a partire dall'Alto Meduna, in cui fu realizzato un primo salto, per alimentare la centrale Valina. Sul Silisia si realizzò un secondo salto, per alimentare la centrale di Chievolis. A valle, dopo il terzo salto, si trovava la centrale di Meduno (1952), e quindi progettando un quarto e quinto salto, rispettivamente per alimentare le centrali di Colle (1949) e Istrago (1953). Questa energia elettrica era richiesta massicciamente anche dagli impianti di elettrolisi, per produzione di cloro, soda e derivati. 

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Interno della centrale di Istrago (UD)

Distribuzione delle centrali sull'Alto Meduna e Silisia

 

A Filigare (FI) è stata costruita una colonia per i figli dei dipendenti. A fianco del sito industriale è stato realizzato il Centro Documentazione Franco Marinotti, che illustra le origini dell'insediamento, con reperti storici dell'area, della costruzione dal 1938, della guerra, la ricostruzione fino ai tempi più recenti. A sud di Torviscosa, in località Gallinazza, si realizzo nel 1958 uno stabilimento per la lavorazione del legno, la società Sfil (Società Friulana Industria Legno). Partendo dalla medesima materia prima , i pioppi, l'impianto produceva cassette di imballo per l'impianto principale.

 Del 1958 è anche la scuola “Aldo Marinotti”, per la qualificazione professionale.

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Il Centro di Documentazione oggi, chiuso in attesa di ristrutturazione.

Dalla fine degli anni Sessanta si avviarono successive acquisizioni che portarono SNIA Viscosa a divenire SNIA BPD, e successiva acquisizione da FIAT nel 1980. In quegli anni lo stabilimento diventò Chimica del Friuli S.p.A., spostando la produzione verso la chimica fine e specialistica, entrando nel gruppo Caffaro, ovvero Industrie Chimiche Caffaro S.p.A. Nel 1992 cessava la produzione di paste chimiche e semichimiche da legno causa della crisi di settore. La produzione del caprolattame cessò nel 1999. Accordi e scorporazioni proseguirono fino al 2008 quando la procura bloccò l'impianto di Torviscosa. Nel frattempo i debiti accumulati da SNIA S.p.A. determinano l'avvio di una procedura fallimentare nell'aprile 2010.

Vista di Torviscosa e del sito industriale

 

CRONOLOGIA

1883: si scopre il rayon, nella formulazione viscosa. 
1891: metodo industriale per produrre la viscosa, poi migliorato. La produzione industriale si colloca  ca vallo dei due secoli. 
1917: Società di Navigazione Italo Americana (SNIA) venne fondata da Riccardo Gualino a Torino: navigazione Italia-USA per trasporto di grano, carbone, a fini militari. 
1920: Soc. di Nav. Industria e Commercio che cambiò in breve in Soc. Nav. Industriale Applicazione Viscosa (o SNIA Viscosa), per l'ingresso nel settore. Già esistevano fabbriche di viscosa a Pavia (Società Viscosa), Venaria a Torino (l'Italiana Fabbriche Viscosa), nel 1921 a Cesano Maderno (Italiana Seta Artificiale), poi nel tempo assorbite. 
1925: costruzione di stabilimento a Torino Stura. 
1927: controllo del gruppo Seta Artificiale e degli stabilimenti di Varedo e di Magenta (Novaceta), poi Altessano ed il Meccanico di Torino. 1930: il Senatore Borletti è Presidente. 
1935: SNIA deposita il brevetto per produrre rayon da canna gentile. 
1937 commercializza la Lanital, una fibra autarchica tratta dalla caseina, la proteina del latte. 
1937: Franco Marinotti è Presidente. La produzione del rayon nel tempo si estende al lanital, la merinova, il rayon cord (pneumatici), il fiocco, il koplon, il lilion, il velicrem, l'acetato, il wistel. 
1938 gennaio: veniva costituita la SAICI, società che doveva sviluppare la produzione delle fibre tessili artificiali (rayon) partendo da materiale cellulosico prodotto in loco. 
1938 marzo: tra la selva delle impalcature, si delineava ormai netto il viale principale dello stabilimento, con l'alto fabbricato dei bollitori, i sili del vegetale, la Torre Littoria, destinata a contenere gli impianti per la preparazione del bisolfito di calcio. Fuori della città industriale, nel primo nucleo urbano, si lavorava al miglioramento delle abitazioni esistenti, alla costruzione degli edifici assistenziali, delle scuole 21 settembre 1938: il Duce precisò la data della sua visita a Torviscosa Febbraio '45: i bombardamenti aerei rendono la fabbrica un cumulo di macerie. 
1946 ottobre:  Dalla produzione di cellulosa da carta si ritorna, attraverso la progressiva rimessa in efficienza di tutti gli impianti, alla produzione di cellulosa tessile. 
1947: Costruzione dell'impianto per la produzione di alcool dalla canna, con una capacità produttiva di 100 ettolitri al giomo. 
1948: Rinnovo degli impianti di pre-sbianca con la costruzione e messa in marcia del primo impianto sistema Kamyr di pre-sbianca in continuo nello stabilimento cellulosa. Studio e progettazione delle centrali elettriche di Colle, Meduna e Istrago. 
1949: Costruzione e messa in marcia del secondo impianto Kamyr nello stabilimento cellulosa e dei centri per il taglio e la defogliazione della canna. Costruzione del nuovo stabilimento per la produzione di soda-cloro. Messa in produzione della Centrale elettrica di Colle della potenzialità di 3.500 Kw. 
1950: Inizio della produzione di soda-cloro e derivati, con capacità in soda al 100% di 4.500 tonnellate annue. 
1951: Ampliamento dell'impianto di produzione cellulosa con installazioni di nuovi bollitori e di una nuova continua: la capacità viene portata a 60 mila tonnellate annue. 
1952: Primo ampliamento dell'impianto soda-cloro per portare la capacità produttiva a 9.000 tonnellate annue. Messa in produzione della centrale elettrica di Meduno della capacità di 9.500 Kw. 
1953: Messa in produzione della centrale di Istrago, della capacità di 3.800 Kw. 
1957: Secondo ampliamento dell'impianto soda-cloro, per portare la capacità produttiva a 13.500 tonnellate annue. 
1958-59: Installazione nell'impianto soda-cloro di un raddrizzatore e di nuovi collegamenti per portare la capacità produttiva a 18.000 tonnellate annue. Costruzione di un nuovo impianto per la preparazione del vegetale, di nuovi impianti di epurazione della cellulosa, di un impianto per la combustione della pirite, realizzazione della catena indiretta della cellulosa. Costruzione nell'azienda agricola di silos per cereali e di un mangimificio. 
1960: Sostituzione di celle nell'impianto soda-cloro per portare la capacità a 20.000 tonnellate annue. Costruzione di un modernissimo caseificio nell'azienda agricola. 
1961 veniva costruita la nuova centrale termoelettrica che, oltre al carbone, bruciava anche il liscivio di scarico  
1962-64: Su procedimento originale dei laboratori SNIA entra in esercizio il nuovo impianto per la produzione di caprolattame da toluolo (materia prima per il nailon 6). Viene avviato il nuovo impianto per la produzione di pasta semichimica (integrativo della cellulosa) con un procedimento originale al monosolfito di sodio. Viene ultimata la nuova centrale termoelettrica (160 milioni di Kwh e un milione di tonnellate di vapore all'anno). Cessa la coltivazione della "canna gentile", sostituita dai pioppeti.  
1968: assorbe la la BPD (Bombrini Parodi Delfino), stabilimento a Colleferro 1° giugno 
1979 il gruppo Ferruzzi acquista dalla Snia l'Azienda Agricola 
1980: Come SNIA BPD è acquistata dalla FIAT. 
1981: lo stabilimento si riorganizza in Chimica del Friuli S.p.A. 
1985: entra nel gruppo Caffaro, dopo che questa era entrata nel gruppo SNIA BPD 
1992: Chimica del Friuli a causa della crisi del settore e crollo dei prezzi ferma la produzione di cessare le produzioni di paste chimiche e semichimiche da legno. Si investe con un impianto per la produzione di cloroparaffine. 
1995: Alla Chimica del Friuli si conferiscono le attività chimiche della Caffaro, diventando INDUSTRIE CHIMICHE CAFFARO S.p.A. 
1996-1998: la produzione si sposta verso la chimica fine, inaugurando i nuovi impianti TAED, Nitrile e Multifunzionale 
1997: vendita della tenuta poi data alla Cirio, di Cragnotti, che poi la rivendette alla Parmalat di Callisto Tanzi. 
1997 Renato Andretta ed Ennio Doris hanno acquistato i 3.000 ettari della parte aziendale cerealicola-zootecnica, cioè coltivazioni di mais, barbabietola, erba medica, soia e grano, nonché pioppeti, più quattro grandi stalle per l’allevamento delle vacche da latte, un essiccatoio e un magazzino per i cereali. 
1998: Snia passa sotto il controllo di Luigi Giribaldi e Cornelio Valetto. 
1999: Gnutti preside il gruppo, lo stesso anno diventa SNIA S.p.A.. Cessa la produzione del caprolattame. Accordi col gruppo Bracco porteranno all'avvio dell'impianto per la produzione di Cloruro di Iodio. Inoltre con SAPIO Produzione di Idrogeno ed Ossigeno s.r.l., si è pervenuti ad un accordo per la realizzazione congiunta di un impianto per l'imbombolamento dell'idrogeno 
2003: scorporata la parte biomedicale si quota in borsa la SORIN. Cedute anche Novaceta e Nuova Rayon. 2008: la procura blocca l'impianto di Torviscosa.
16-04-2010: procedura fallimentare.

Links:

Primiditorviscosa: sito dell'associazione  Primiditorviscosa, che dispone di un vasto archivio.
Torviscosa.blogspot : interessante blog su progetti ed evoluzioni della città.

Alcune delle  immagini storiche sono tratte da una pubblicazione di presentazione di Torviscosa del 1967, dall'omonimo titolo, ed PAN Milano.

Video:

Sette canne  per  un vestito. Documentario di Michelangelo Antonioni (1949):

 

Documento video su Torviscosa dell'Archivio Storico Luce, ripreso da "La settimana  Incom 02278 del 12/10/1962. La settimana  Incom era un cinegiornale a base settimanale prodotto dalla Industria Cortolmetraggi Milano: 


Galleria fotografia: Torviscosa  oggi