Ucraina 14\15 Agosto 2011: Kalush e il kombinat dei sali potassici

Non ci si diede per vinti,  malgrado il mancato completamento del programma previsto, ci caricammo così di nuove speranze, spostandoci da  Novy Rodzil verso la successiva cittadina di origine industriale, Kalush, un po’ più grande della precedente ma altrettanto scarna di riferimenti storici e culturali. Queste città di fondazione sovietica si presentano al visitatore soprattutto con la mole dei quartieri pianificati ed i loro grigi palazzi.

L’area di Kalush dal satellite, la parte  industriale sulla sinistra

Il kombinat del potassio dal satellite

Vista dal balcone dell’appartamento affittato

Ma la vista delle immense distese di cemento armato distava una settantina di chilometri, per l’Ucraina può essere un viaggio omerico. Le condizioni stradali del paese, soprattutto nelle aree rurali o strade secondarie, sono tali da rendere viaggi di breve percorrenza una interminabile corsa ad ostacoli tra buche, con i dovuti rallentamenti e pericolosi cambi di corsia.

Animale morto in mezzo alla strada

L’attraversamento delle zone rurali ha offerto uno spaccato di vita contadina, tra piccole case, dacie in legno, tetti in eternit, animali pericolosamente liberi di pascolare fuori dai recinti, o morti per strada, le caratteristiche anziane con il foulard in testa, i piccoli mercatini al bordo strada, nuove chiese dalle cupole dorate o argentate, di diverso ordine religioso, ed ogni elemento caratterizzante l’immaginario anti\sovietico reso popolare in Occidente.

Una immagine  comune: animali in attraversamento

A Kalush la sistemazione fu di buon livello, sebbene l’hotel non apparisse diverso dai numerosi palazzi circostanti. Gli alloggi hanno però permesso di calarsi nell’atmosfera del quartiere, tanto a Kalush quanto in altre località.
Sfruttando la permanenza in un quartiere tipicamente postsovietico non restò che immergersi nei dintorni, tra il mercato e addentrandosi in questa densità abitativa pianificata con il ripetitivo stampo di matrice URSS.

Ingresso nell’hotel nel quartiere residenziale

Il giorno seguente si tentò nuovamente di addentrarci nei resti di un grande kombinat, ma diversamente dal precedente  la produzione riguardava i  sali potassici e magnesio.
Il paesaggio attorno al grande impianto prometteva imminenti soddisfazioni fotografiche, per dimensioni e qualità.

Kombinat del potassio

Giunti al termine del percorso oltre gli impianti  arrugginiti, strutture  vetuste, hangar, e mossi i primi passi al suo interno ecco spuntare una giovane guardia. Non appariva scontroso, ma apparentemente intimidito nell’approcciare gli intrusi. Un dialogo tenuto con gli accompagnatori ucraini ci chiarì l’impossibilità di continuare, vigeva infatti il divieto di consentire l’accesso a chiunque, tanto più con quelle minacciose apparecchiature fotografiche al seguito, e ancor più nelle mani di stranieri occidentali. Non furono pensieri frutto di un romanzo di cospirazione contro la Russia comunista. Fu ciò che emerse chiaramente dalle risposte delle guardie il giorno seguente al successivo ritorno.
Da parte mia finora ci fu anche una parziale soddisfazione perchè il paesaggio industriale osservato era certamente diverso dai canoni occidentali, e l’incontro\scontro con la realtà locale caricava di significato culturale il tour ucraino.

La giornata si poteva considerare chiusa a quel punto. L e successive visite di ripiego furono solo uno riempimento del tempo rimanente, tra un antico rudere di origini austriache anche in questo caso destinato a lavorazione del potassio, che qui ebbe lunga tradizione dal termine del 19° secolo, ed un bunker attiguo con siringhe e spazzatura sul pavimento.

Antica fabbrica austriaca per produzione di  potassio

Meglio fu chiudere in anticipo la giornata, con scatti dal balcone, rilassandoci nella comodità dell’appartamento, con il sole che spariva dietro le nubi per un apparente refrigerio che mai si ripetè per l’intero arco di questa alquanto torrida vacanza.

Salotto dell’appartamento affittato

Vita di quartiere

Balcone con vista sulla via principale

Vista notturna dal balcone interno

Malgrado la sistemazione fosse  di discreto livello, una  padella prelevata dalla cucina possedeva  qualcosa di inquietante, e riportava all’amara realtà contraddittoria di questo paese.

Una padella del residence a tema  con Derelicta.net

Come sopra anticipato, il giorno seguente il desiderio si infranse subito contro il diniego della diversa guardia approcciata, ma ancor più deludente fu sapere per voce sua e da conferme successive che i responsabili, saputo del tentativo di irruzione il giorno precedente, avvisarono tutti i siti della proprietà, inclusi quelli minerari, affinchè si impedisse a noi l’accesso agli impianti della zona.

Sito minerario nei pressi del kombinat

In realtà le avvisaglie di una limitazione della libertà di movimento ebbe precedenti nella visita di prima mattina ad una centrale in funzione.
E’ comprensibile che simili interessi fotografici, di per sé innocui, si scontrino a volte con l’interesse strategico vero o presunto riservato ad alcune tipologie di luoghi. Vi fu infatti solo il tempo di “rubare” alcuni scatti ad una imponente, interessante, quanto vetusta torre di raffreddamento in legno, quando l’autista avvisò che una guardia chiedeva il nostro allontanamento. L’autista se ne andò altrove, mentre a noi non restò che far marcia indietro, incontrando tale guardiano, una signora di mezza età, in mimetica, dal passo pesante e sguardo abbassato, con l’inequivocabile scritta sulla schiena “OXOPOHA”, ovvero guardia.

Centrale termoelettrica a Kalush

Non ci restò altro che  dirigere l’auto verso le successive destinazioni, lasciando Kalush per proseguire verso Lviv, con tappa a Dolyna per visitare un sito di estrazione del petrolio.

Segue: Il petrolio a Dolyna