Fabricas @Carroponte Sesto S.G. – Teatro

Derelicta.net è un sito vorace, dalle prime presentazioni di gallerie fotografiche di luoghi in abbandono si è arricchito di ogni elemento che potesse in qualche modo lambire i confini del tema.

L’approfondimento della conoscenza delle tematiche relative all’abbandono, industriale o urbano, ha dimostrato che esso investe aspetti certamente fotografici, ma pure di storia, architettura, letteratura, sociologia, economia, ed artistici in senso ampio.

Lunedì 12 Settembre, al Carroponte di Sesto San Giovanni, lo scheletro solitario recuperato dalla dismissione della Breda, che più che un parco pare purtroppo un cimitero industriale con il proprio monumento alle architetture cadute, si è tenuto lo spettacolo della compagnia teatrale Alma Rosé, quest’anno alla quarta replica.

Dal titolo Fabricas, lo spettacolo è ambientato a Buenos Aires, tra le fabbriche recuperate dalla crisi  del 2001 che ha decimato l’economia del paese. Sono state recuperate dal loro destino di chiusura e abbandono, dai lavoratori che ne hanno fatto il proprio rinnovato motivo di sostentamento, riprendendo produzioni in proprio, come anche realizzando scuole, alberghi, radio, e altri servizi. Alcune sono diventate  cooperative, altre vivono nella condizione dell’occupazione attiva, per dare  continuità al lavoro.

E’ la narrazione da parte di un figlio che ripercorre prima le tappe dell’immigrazione in Argentina dei genitori galiziani, poi dall’Italia tornando a Buenos Aires. Esso si trova così di fronte allo sdoppiamento di immagine della più recente Buenos Aires turistica, rispetto alle realtà periferica, dove l’entità del fenomeno delle Fabricas gli si presenta alla vista.

L’esperienza tra gli operai rinati grazie alle loro iniziative è occasione di una disamina della realtà post crisi argentina che suona come una campana d’allarme in questi giorni, in cui la parola bancarotta comincia a volteggiare anche sul paese delle belle arti e della buona cucina. Non si può non stabilire un amaro confronto con quella realtà che fino a ieri ci pareva un fenomeno di arretratezza distante dai nostri confini, una distanza che le recenti cronache vanno annullando.

I nomi che scorrevano sul fondo del palco hanno riportato alcuni di queste realtà: Bauen, l’hotel gestito dagli ex lavoratori, che negli anni hanno ottenuto il diritto legale di continuare con la loro attività.

E’ apprezzabile l’intento di trasmettere  conoscenza di realtà sociali apparentemente  lontane e nascoste ma significative, e sento ancor più forte l’urgenza di rendere  noti fenomeni di resistenza  umana e ricostruzione del proprio futuro, dimostrando che  un diverso ordine mondiale è possibile, sperando che  i fatti passati e soprattutto attuali, dimostrino che  la fase disumana e distruttiva del regime economico mondiale sia vicina ad una sorta di implosione.

Ad accompagnare il narratore \ attore c’erano tre musicisti con strumentazione a fiato, ritmiche e violoncello. Non sono mancati momenti di profonda tristezza quando, nella narrazione, la madre racconta della figlia morta, ed in chiusura, in riferimento all’ultima lettera dell’operaio Luigi Roca della Thyssen Krupp, alla propria famiglia.  A queste scene di chiusura è stato dato il titolo “Sono un uomo e devo farcela”, perchè nelle fasi difficili della vita vi possono essere  momenti di resistenza per orgoglio personale, ma ciò che gli sciacalli che governano l’economia globale non vogliono ammettere è che “perdere il lavoro è per alcuni perdere la dignità”, e qualcuno non ce la fa.

Pagina di presentazione dal sito web della compagnia ALMA ROSE’

Pagine da wikipedia relative ad esempi di attività recuperate dai lavoratori: Hotel BAUENFabbrica Brukman