Tour industriale in Ucraina Occidentale (Agosto 2011): un’introduzione

Premessa

Il precedente viaggio in Ucraina a Chernobyl aveva lasciato in sospeso molti interrogativi sollevati dalla natura di una nazione uscita solo parzialmente dalle travagliate vicende dell’era sovietica. Tornare in un paese con una situazione del tutto differente dai paesi occidentali dell’Europa richiedeva condizioni e relazioni che erano però da costruire.

In Ucraina non sono presenti pericoli specifici, ma in questo questo paese un programma come  il nostro non sarebbe interamente praticabile senza adeguate conoscenze dei luoghi, delle persone, della cultura, a meno di desiderare di vivere nella completa incertezza di poter portare a termine un piano stabilito. Data l’esperienza direi che anche programmando adeguatamente i propri obiettivi il grado di variabilità rimane elevato. Ciò significa che il reportage sarà denso di episodi tra i quali vi sono anche numerosi fallimenti, incontri inattesi, o variazioni con quanto precedentemente stabilito.

L’esperienza vissuta può confermare che l’Ucraina non è luogo in cui praticare liberamente alcuna forma di turismo industriale, esplorazione urbana, ricerca fotografica, o come lo si voglia chiamare. Non che sia impossibile o rischioso ma vi sono alcune condizioni necessarie, ma non sufficienti, per portare a termine almeno parzialmente una simile avventura. Sicuramente è necessaria la conoscenza della lingua oppure meglio se è disponibile una mediazione da parte di contatti locali.

La gestione del potenziale incontro con la sorveglianza, a diversi livelli probabilmente sempre presente anche nel più insignificante rudere, non riveste aspetti riguardanti la sicurezza, la responsabilità, la proprietà privata, tratti culturali caratterizzanti la nostra società europea occidentale. Piuttosto la minore presenza di questi contenuti nella cultura del paese rende a volte più facilmente superabili alcuni ostacoli. Diversamente, trattandosi di una cultura post sovietica, con una mentalità ancora intrisa di burocrazia, di decisioni prese dall’alto, a volte di logiche di favore\ricompensa, temendo l’uso dannoso di immagini o più semplicemente per una paranoia di matrice stalinista diffusa per tre quarti del Novecento, in tutte queste ragioni pare doversi ricercare i motivi della negazione di accesso anche ad aree alquanto insignificanti sotto ogni profilo.

Ucraina: una introduzione

L’Ucraina è la nazione Europea con la maggiore estensione dopo la Russia, con 603.700 km2 di territorio, e spesso trascurata nel panorama delle vicende europee. La storia riguardante la capitale Kiev è secolare, la Russia stessa affonda le origini nella Rus di Kiev, l’impero, dei secoli X e XI. Invasioni continue da allora hanno impedito al paese di far emergere una cultura nazionale, ed il colpo fatale venne inferto da decenni di repressione di matrice stalinista. Dopo la caduta dell’URSS, dal 1991 è stata dichiarata l’indipendenza ma criminalità e corruzione politica hanno determinato per anni una situazione di disordine. Dal 2004, dopo la Rivoluzione Arancione, è iniziato un nuovo percorso, ma lo stato rimane ancora tra i più poveri d’Europa.

E’ un territorio che può essere diviso in base a differenti categorie. Nella parte a nord, la Polesia, è in parte boscosa, ci sono paludi, coltivazione di lino e patate. In quest’area la storia recente è stata fortemente condizionata dall’incidente di Chernobyl del 1986, ampiamente trattato nel sito Derelicta.net.

L’attività siderurgica e mineraria è presente in modo massiccio in zone centro-orientali, in particolare la regione del Donbas dove prevale l’industria pesante, con la presenza di molte miniere di carbone estratto dalla fine del XVIII secolo.

Solo una piccola porzione del territorio è montuosa, sul confine ovest con i Carpazi, e a sud in Crimea. Dal punto di vista industriale quindi la produzione  è presente soprattutto in tre aree:

– nel Donbas, tra Donec’k e Luhans’k
– nel medio Dnipro, tra Kryvyj Rih, Nikopol’ e Dnipropetrovs’k
– verso i Carpazi, tra Leopoli e Cernivci

Nella regione ai piedi dei Carpazi si estrae anche petrolio, e gas naturale ormai esaurito, mentre nel distretto di Leopoli-Volinia è presente un bacino carbonifero.

Dei quasi 50 milioni di abitanti, circa un quinto è russo, scarsa l’immigrazione a causa della situazione politico economica, solo il 5% circa è di diversa origine, proveniente essenzialmente dai paesi confinanti. Visitando Kiev o Leopoli si osserva la assoluta mancanza di fenomeni di immigrazione visibile, ovvero di popoli dai diversi tratti somatici. Il fenomeno detto russificazione, spinto nei decenni per annullare le identità locali dei paesi dell’URSS, coinvolse più le regioni orientali dell’Ucraina. Capita di frequente nell’Ucraina occidentale di parlare con persone che manifestano apertamente il loro “odio” nei confronti della Russia e della lingua degli occupanti, anche se ciò si traduce in realtà in atteggiamento scherzoso più che di reale ostilità.

Nell’immediato dopoguerra il consolidamento della presenza sovietica nella parte occidentale permise lo sfruttamento dei depositi naturali di petrolio e metano nell’area di Leopoli, e il bacino carbonifero di Leopoli-Volinia.

La vita in Ucraina (Occidentale)

L’attuale situazione economica rende il paese una meta a buon mercato per il visitatore occidentale. Il costo della vita è molto basso, adatto a salari di circa 300€ al mese. Evidentemente nella capitale Kiev ci si trova di fronte a costi degli hotel a cui siamo abituati. In altre aree come quella visitata attorno a Leopoli il costo in generale è estremamente basso. Un appartamento o camera doppia non ha superato le 250 Grivne (circa 23€) fino a scendere a 12€ per una doppia in un motel periferico.

L’immaginario occidentale è velato da un timore a riguardo dei viaggi in paesi in cui è presente maggiormente il disagio sociale, forse in risposta al securitarismo e paranoia indotti dai media occidentali. E’ stato sufficiente una normale dose di buonsenso, anche se la guida di giovani locali ha permesso di gestire al meglio ogni situazione, inclusa la barriera linguistica. Quasi nessuno parla la lingua inglese, ma ancor più arduo risulta mettersi al volante, su strade la cui condizione mette a dura prova chiunque non sia abituato ad evitare un elevato quantitativo di buche. I mondiali del 2012 hanno stimolato un miglioramento della viabilità attorno alle principali città, per ora senza aver modificato in modo significativo un ambiente extraurbano che sembra immobile nel tempo.

… continua con il primo giorno del tour… Lviv (Leopoli) e  il kombinat dello zolfo